Gennaro De Crescenzo - Ninfa presso un ruscello   (Pagine 0 )      Fonte : Albo Artistico Napoletano - 1853

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Book Antiqua;}} \viewkind4\uc1\pard\f0\fs24 NINFA PRESSO UN RUSCELLO \par Statua in\~ marmo di Gennaro De Crescenzo \par Professore onorario nel R. Istituto di belle arti\~ \par (Alta palmi 6.) \par Gli antichi aveano popolato l'universo di geni invisibili e sconosciuti. La loro fervida fantasia trascorse i cieli, la terra, ed i mari e si ripos\'f2 poi presso ad una fonte, sulle rive d'un limpido ruscello \emdash Col\'e0 tutto sembrava trasformarsi al suo magico sorriso. Dal fondo delle acque, in mezzo a leggieri vapori, apparivano meravigliose visioni. Narciso, che si era specchiato in quelle onde era divenuto un fiore, Siringa una canna, Dafne un alloro, e la Najade stessa del fonte, si placida ed amorosa, erasi convertita in una lontana e lamentevole eco. Altre volte, da sotto alla corrente gonfia ed irritata per una passeggiera procella sollevava il capo una graziosa deit\'e0 coronata di loto, e di fiori palustri. Era il genio del fiume a cui offrivansi delubri, festivit\'e0 solenni, e sacrifizi. \par Ne'siti pi\'f9 celebri dell'Italia meridionale Egli prendeva il nome di Sebeto, di Silaro, d'Elento, d' Ocinaro, d' Esaro, di Tara, e d'Aufido. Tenere ed interessanti memorie ci serbano pur questi nomi, che tanti secoli non han potuto ancor cancellare. Oreste perseguitato dal rimorsi e dalle furie, si bagn\'f2 per ordine dell'oracolo sette volte ne' sacri fiumi della Magna Grecia, e ricuper\'f2 la sua ragione. Un altro Eroe, per liberar la patria da un'imminente sciagura, si precipita nel Sarno e ricomparisce sull'altra sponda divenuto un nume, con due picciole corna d'oro intorno alle tempia. Infine le Sirene, sepolte in riva a quelle onde misteriose, facevano udire ne'silenzi della notte la loro incantevole melodia, come avessero voluto tuttora arrestar dal suo corso la nave degli Argonauti, o quella di Ulisse. \par Virgilio ha situato alla sorgente del Peneo, in fondo alle sue acque placide ed ombrose il caro ad elegante dramma di Aristeo. Ivi il figlio d'Apollo ritrov\'f2 sua madre, la bella Cirene, occupata nelle sue magioni di cristallo a raccontare le pi\'f9 dolci storie, e gli amori degli Dei, alle vezzose Ninfe delle selve, de' mari, e de' fiumi, che sedevano intorno di Lei, intente ad ascoltarla : \par Nymphasque sorores, \par Centum quae silvas, centum quae flumina servant. \par Or sarebbe appunto una delle pi\'f9 belle tradizioni dell'arte e della poesia antica, che la scoltura moderna ha voluto tradurci nel suo novello linguaggio ? \emdash Il signor Gennaro de Crescenzo ha desiderato rappresentarci una giovane ninfa, che con una idria nella mano va per attinger l'acqua in un ruscello \emdash La sua tunica lunga e discinta vien sollevata appena della mano sinistra, affinch\'e8 avesse potuto permettere che il piede procedesse pi\'f9 libero verso la sponda \emdash Quand'ecco che all'avanzarsi rapido, e allo spandersi della corrente, la ingenua giovinetta si arresta all'improvviso, e pare sopraggiunta da un involontario timore. Un ignoto sospetto sembra attraversarle la mente. Chi sarebbe dunque Ella mai questa graziosa fanciulla cos\'ec timida, e cos\'ec inesperta? Forse Amimone sorpresa da Nettuno presso a una fontana; o pure Ismene figliuola di Cadmo, che nell'attinger acqua da servire pe' sacri riti, ritrova la sorgente custodita da un dragone; o infine sarebbe la ninfa Medma, che corre alla fonte del suo nome per recar da bere a Cerere divorata della sete, dal caldo, e delta stanchezza, allorch\'e9 giungeva in Italia, andando in cerca della perduta sua figlia? \par Noi crediamo che lo scultore non abbia pensato ad alcuna di queste poetiche fantasie. Egli ha voluto esprimervi un'idea morale in una forma spontanea,semplice, ed originate. Una riva inclinata e perigliosa, una corrente limpida e tranquilla all' esteriore, ma che nasconde nel seno delle insidie, de' vortici, degli scogli perfidi e minacciosi, ed una fanciulla che per la prima volta trovasi tutta sola in loro presenza, offrono il tipo di quella beata e giovanile et\'e0, in cui le impressioni che si ricevono sono timide ed innocenti. Le arti de' vari tempi non han saputo sovente rappresentarci, che le passioni colle loro tempeste, ed i loro naufragi. Il signor de Crescenzo \'e8 andato un poco pi\'f9 oltre. Nel farci traveder l'agitazione, ci ha offerto l'immagine della calma; alla temerit\'e0 ha opposto la prudenza; ed invece di ardere profumi alla volutt\'e0 e all'amore ha fatto l'apoteosi della giovent\'f9 virtuosa e della bellezza pudica (1) . \par Carlo Bonucci\~\~\~\~\~\~\~\~\~ \par }